Ruby, Colle turbato, opposizioni scatenate
Premier: non mi dimetto, mi sto divertendo

Ruby
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Martedì 18 Gennaio 2011, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:38
ROMA (18 gennaio) - Sul caso Ruby interviene il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano manifestando "turbamento" e avvertendo: «Si faccia chiarezza al più presto». Il Pdl intanto contrattacca: una montatura, il governo va avanti, mentre l'opposizione chiede le dimissioni del premier. E proprio oggi pomeriggio, intanto, il premier è salito al Quirinale insieme al sottosegretario Gianni Letta per discutere dell'agenda delle celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia. Berlusconi ha incassato un coro di critiche e di inviti a dimettersi, ai quali ha risposto: «Dimettermi? Non sono matto. Mi sto divertendo».



Berlusconi: processo mediatico a fini eversivi. A chi gli ha chiesto in serata se farà un passo indietro come richiesto dall'opposizione, il premier replica: «Non faccio gestacci» e più tardi aggiunge: «Io mi dimetto? Non sono matto. Sono assolutamente sereno, mi sto divertendo. Questa cosa sarà un boomerang per loro». In serata c'è stata, al gruppo del Pdl alla Camera, una riunione tra il premier, i suoi legali Ghedini e Longo, e alcuni deputati del Pdl, per la maggior parte avvocati. Durante la riunione il premier ha detto: «Tutto questo è uno scandalo, una costruzione mediatica, si tratta di uno spionaggio continuo. Quello che è in corso non è un processo giuridico, ma mediatico a fini eversivi. Non ho commesso alcun reato non ho mai pagato nessuno, tutta la vicenda si risolverà nel nulla più totale. Ci sono state gravissime violazioni di legge e dei principi costituzionali da parte dei giudici di Milano. Tuttavia, ci sarà l'intervento del Parlamento che toglierà alla procura di Milano il caso e lo farà trasferire al Tribunale dei ministri».



«Dimissioni? Domanda irricevibile». «Domanda irricevibile» risponde il premier che insistono nel chiedergli se sia intenzionato a dimettersi. Per il premier l'interruzione del governo in questo momento sarebbe oltretutto molto pericolosa per la tenuta dei conti pubblici italiani: «Gli interessi schizzerebbero e tutti gli italiani dovrebbero pagarne le conseguenze con un aumento delle tasse».



«Ne ho parlato anche con Napolitano». «Con Napolitano ho parlato anche di questa vicenda e io gli ho esposto la mia posizione» ha detto Berlusconi al termine della riunione avuta con gli avvocati del Pdl.



«Non è logico che io vada dai pm». «I miei avvocati - ha poi detto il premier ai giornalisti - mi hanno detto che non essendo Milano il tribunale competente non è logico che io vada».



«Inesistenti i reati di concussione e prostituzione»
. «A casa mia ci sono solo state feste con tanti invitati, molteplici presenze, cantanti e camerieri - racconta Berlusconi - e dove non è successo nulla che non potesse succedere in casa mia. Tutto il resto non esiste, così come non esiste il reato di concussione, che è stato sollevato solo per portare la competenza a Milano. Quanto al reato di prostituzione minorile, c'e una persona che ha fatto affermazioni precise di non aver mai avuto da parte mia avances né atti di sesso con me e, oltretutto, è una persona che aveva dichiarato urbi et orbi, come dimostrato da numerosissime persone, da testimonianze, di avere 24 anni di eta».



«24 donne? Non sono Superman».
«Mi attribuiscono tutte queste relazioni con tutte queste donne, si parla di 24... Vorrei sapere come abbia potuto fare, non sono mica Superman».



Ghedini: è stato fatto un abuso di legge. «E' stato fatto un blitz dove sono stati usati mezzi imponenti -ha detto Niccolò Ghedini - E' stato fatto un abuso di legge».



Il Quirinale: c'è turbamento, si faccia chiarezza. «Il presidente della Repubblica - si legge nella nota del Quirinale che era stata diffusa in mattinata - una nota della Presidenza della Repubblica è ben consapevole del turbamento dell'opinione pubblica dinanzi alla contestazione - da parte della Procura della Repubblica di Milano al Presidente del Consiglio - di gravi ipotesi di reato, e dinanzi alla divulgazione di numerosi elementi riferiti ai relativi atti d'indagine», afferma una nota della presidenza della Repubblica.



«Senza interferire nelle valutazioni e nelle scelte politiche che possano essere compiute dal Presidente del Consiglio, dal Governo e dalle forze parlamentari, egli auspica che nelle previste sedi giudiziarie si proceda al più presto ad una compiuta verifica delle risultanze investigative», continua la nota, in cui poi, si smentisce che, come riportato da alcuni organi di stampa, ci sia stato «alcun colloquio telefonico tra il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica. Si smentisce egualmente che il Capo dello Stato abbia letto o comunque ricevuto - non competendogli in alcun modo - le carte trasmesse dall'Autorità giudiziaria alla Camera dei Deputati che dovrà pronunciarsi sull'autorizzazione richiestale a eseguire una specifica perquisizione».



Famiglia cristiana: premier crede che tutto gli sia permesso. «Nella vicenda della minorenne Ruby - scrive oggi Famiglia Cristiana in un intervento sul proprio sito online - la marocchina che si tentò di far passare per nipote del presidente egiziano, risalta la personalità di un politico che, forse, ha sbagliato secolo, immaginandosi simile ai signori rinascimentali ai quali tutto era permesso, grazie all'assenza di un'opinione pubblica informata e all'acquiescenza delle gerarchie circostanti». Il settimanale dei Paolini parla anche di «una politica stretta intorno alla presenza di una sola persona, fino a un devastante conflitto fra le istituzioni».



«Il mondo ci guarda, allora visto che ce l'ha così intensa, Berlusconi si ritiri a vita privata», ha scritto Pier Luigi Bersani sulla sua pagina Facebook. «Berlusconi si liberi, e ci liberi, dall'imbarazzo. Vada a farsi giudicare, si dimetta e affidi il percorso al presidente della Repubblica e al Parlamento se ha un minimo di consapevolezza della situazione», ha poi detto Bersani. «Guardiamo la situazione con gli occhi del mondo noi siamo l'allarme rosso, non meno. Tutto il resto viene dopo», ha aggiunto il segretario del Pd.



Casini: facciamo ridere il mondo.
«Siamo sulla bocca di tutti, facciamo ridere il mondo - dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini - Qui emerge una realtà. Non è che i giudici ce l'hanno con Berlusconi o non ce l'hanno, questo fa parte delle considerazioni che ciascun italiano svolge come vuole. Noi siamo avvitati in una spirale che porta a un pregiudizio enorme all'Italia sul piano internazionale. Davanti a questa realtà una persona che governa, che ha a cuore il problema del Paese e non solo il problema suo, deve far prevalere la serenità di giudizio».



«In questa vicenda c'è un punto ineludibile: Berlusconi deve chiarire davanti ai giudici e non scappare dai giudici - Mi auguro che si difenda, che faccia un passo indietro, che in Italia si parli dei problemi degli italiani e non sempre solo di quelli di Berlusconi. Io non credo ai complotti. Non ci ho mai creduto».



«Se Berlusconi ritiene di affidare il giudizio agli elettori e di andare alle elezioni, noi siamo pronti - dice Casini - Scaricare ancora una volta il problema se è o no perseguitato da giudici su una campagna elettorale, che Berlusconi stesso ha definito errata e folle, è una scelta che può assumere solo lui, io gliela sconsiglio. Però se lui vuole scegliere questa strada e vuole andare alle elezioni, non perdiamo più tempo e andiamoci il prima possibile».



«Berlusconi dovrebbe andarsene non solo per quello che ha fatto nella vita privata ma per quello

che non ha fatto nella vita pubblica. È ora che il Parlamento lo mandi a casa nel voto in Aula sugli atti inviati dalla procura di Milano». Il leader Idv Antonio Di Pietro è tornato a chiedere le dimissioni del presidente del consiglio. Non sono le feste nelle abitazioni provare del premier comunque secondo Di Pietro a metterlo con le spalle al muro. «Chiediamo al Parlamento di sfiduciare Berlusconi - ha dichiarato il leader dell'Idv - non per quello che fa nel privato delle sue stanze ma per quel che non fa per il Paese, occupandosi di altro, con il suo incarico pubblico, alla Camera al Senato e, soprattutto, a Palazzo Chigi. Berlusconi non si occupa di nulla se non di se stesso e dei suoi processi. L'Italia, invece, ha bisogno di altro».



Senato, Pd e Idv chiedono dimissioni premier. Nell'aula del Senato i capigruppo del Pd e dell'Idv, Anna Finocchiaro e Felice Belisario, hanno chiesto le dimissioni del premier Berlusconi in apertura della seduta pomeridiana. «Il Pdl su questa vicenda tace - ha dettio la Finicchiaro - Noi su questo non possiamo tacere. Il presidente si dimetta e liberi l'Italia, liberi il suo partito e la sua maggioranza che gli italiani hanno votato con tanta fiducia. Si tratta di fatti che pesano come un macigno sulla nostra vita politica e sull'autorevolezza del Paese. L'Italia è diventata un Paese alla berlina dell'opinione pubblica internazionale». Belisario, dal canto suo, chiede le dimissioni del premier «per incompatibilità a svolgere la sua funzione. Berlusconi non è più in condizione di esercitare la funzione di presidente del Consiglio. Si deve dimettere. Al di là del piano penale che va accertato, c'è un problema etico per i comportamenti di un uomo pubblico che assume rilevanza e che si proclama: credente, padre, nonno, difensore della famiglia fondata sul matrimonio. Emergono comportamenti sconcertanti dal punto di vista valoriale, a maggior ragione da chi vanta di essere cattolico praticante e vanta amicizie nelle alte gerarchie vaticane».



Bocchino: generosità premier mai per anziane senza tette. «Mi trovo in imbarazzo ad affrontare questa situazione, perché noi abbiamo contrastato il presidente Berlusconi dal punto di vista politico - dice Italo Bocchino, capogruppo Fli alla Camera - Da quelle intercettazioni esce uno spaccato, un clima da basso impero, una deriva anche personale di Silvio Berlusconi, che ci era stata raccontata dalla moglie, ma nessuno di noi ci aveva creduto... E quando il Financial Times scrive che è una vergogna per l'Italia, si resta colpiti». Poi Bocchino parla della generosità di Berlusconi. «In quella palazzina a Milano sono tutte belle ragazze? - dice - Se in quella palazzina avessimo trovato un'anziana senza tette oppure uno studente portatore di handicap, quello sì sarebbe un atto di generosità».



Frattini: una montatura, il governo andrà avanti. Un'azione «giudiziario-mediatica» totalmente «infondata», anzi «una grande montatura», che non impedirà al governo di andare avanti come sta assicurando il premier, ha commentato il ministro degli Esteri Franco Frattini intervenendo sul caso Ruby a La telefonata su Canale 5.



«Per me rappresentare questo governo è stato, è e sarà ragione di onore, in Italia e all'estero», ha assicurato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti rispondendo ad una domanda sul caso Ruby a Bruxelles. «Parliamo d'altro», ha poi tagliato corto su una sua possibile investitura come futuro premier per il dopo-Berlusconi.



Il Pdl: attacco alla democrazia. «La vicenda è una bolla di sapone, e, come altre volte in passato, non lascerà alcuna conseguenza penale. Ma dietro il fumo dei veleni e di questa aggressione mediatica, c'è un vero e proprio attacco alla democrazia italiana, al diritto degli elettori a veder governare il Premier e il Governo da loro scelti», ha detto il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone.



No della Lega al voto. «Credo che il nostro dovere sia quello lavorare e mantenere un clima per le riforme. Non possono essere altri passaggi a poter disturbare quello che i territori e soprattutto i cittadini ci chiedono». Così il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, replica, dicendo in sostana no al voto, a margine dei lavori della bicamerale per il federalismo fiscale a chi gli chiede se a suo avviso il clima politico dettato anche dal caso Ruby possano incidere sul lavoro sulla riforma.



La Lega vuole il federalismo e non spinge, per ora, per le elezioni. Umberto Bossi è stato chiaro con i suoi: portiamo a casa la nostra riforma, poi vediamo. Marco Reguzzoni, capogruppo alla Camera, ammette che il caso Ruby «preoccupa, perché distoglie l'opinione pubblica dai temi veri del Paese che sono le riforme». Ma ribadisce: «A noi interessa solo una cosa, che si realizzino le riforme». Il Carroccio, dunque, non vuole tradire Berlusconi, ma a mezza bocca fanno sapere che in questo clima

politico nulla si può dare per scontato.



«Non si può buttare tutto a complotto o macchinazione dei magistrati - dice Carmelo Briguglio di Fli - Qualora Berlusconi non dovesse dare spiegazioni, dovrebbe dimettersi. E' possibile immaginare che questa cosa capiti ad altri capi di Stato stranieri?. Possibile immaginare che succeda a Cameron, a Sarkozy, alla Merkel senza che da parte della pubblica opinione ci sia la richiesta di un chiarimento e di dimissioni? Noi non avremmo nulla in contrario che Berlusconi, dopo aver aperto la crisi di governo con le sue dimissioni, possa proporre il nome di un nuovo premier, essendo egli il leader del partito di maggioranza e della coalizione di governo, ruolo che ormai non può più coincidere con quello di presidente del Consiglio».



«Prostituzione, minorenni e abuso di potere. Roba vomitevole,
che fa a pugni con l'Italia reale. Berlusconi non può rimanere un minuto di più a Palazzo Chigi. È una persona ricattabile e come tale non può fare il presidente del Consiglio. Chi ancora lo difende si copre di ridicolo agli occhi del mondo». È quanto afferma Oliviero Diliberto, portavoce nazionale della Federazione della sinistra.



«Quello che dovevo dire l'ho già detto; e quello che dovremo eventualmente aggiungere lo diremo

domani»: così il vicepresidente del Csm Michele Vietti ha risposto a una domanda dei giornalisti sugli attacchi di questi giorni alla magistratura legati al caso Ruby. Il riferimento a domani è alla discussione in plenum della pratica a tutela del pm di Milano De Pasquale, attaccato dal premier.
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