Venezia. Escort in albergo e un pranzo
all'Harry's bar pagato dal ministero

Un'immagine di archivio dell'Harry's bar (Attualità)
Un'immagine di archivio dell'Harry's bar (Attualità)
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Sabato 13 Febbraio 2010, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:04
VENEZIA (13 febbraio) - Hotel di lusso, ragazze compiacenti e un pranzo all’Harry’s Bar per una decina di persone messo sul conto del ministero. Ha lasciato il segno il passaggio a Venezia dei funzionari della Protezione civile arrestati nell’ambito dell’inchiesta romana su presunte irregolarità nella gestione dei fondi destinati ai grandi eventi. Ed è quanto risulta da alcuni tabulati delle intercettazioni in mano al Giudice per le indagini preliminari di Firenze che ha accolto le richieste della Procura fiorentina contro il sottosegretario Guido Bertolaso e i suoi amici, tra i quali l’imprenditore Diego Anemone, Fabio De Santis, Angelo Balducci e Mauro Della Giovampaola. Dalla trascrizione delle telefonate, infatti, spuntano alcuni richieste per incontri con delle escort procurate da Anemone, per De Santis e Della Giovampaola all’hotel Gritti. In una telefonata del 17 ottobre 2008, De Santis chiamò Anemone e gli passò poi Della Giovampaola, che prima si rallegra del pagamento dei lavori per il G8 e poi annuncia che l’indomani, insieme a De Santis e Balducci, sarebbe stato a Venezia: «Ti faccio presente che domani sera dormiamo a Venezia...» Anemone: «Abbiamo già fissato le camere e tutto (...) hotel Gritti. Mi devo organizzare». Della Giovampaola: Però... siccome è roba che è a sei, quasi a sette stelle... no...deve essere tutto equivalente... perchè non è che arrivano due stelline del cazzo... che poi è una cosa che non va bene no? ... anche perchè non le fanno entrare... li ci sono tutti i marmi... i dipinti... i cazzi... se no non entrano capito?».



Ma se quella è l’intercettazione, frequenti sono state le visite a Venezia dell’Unità di missione per le nove opere da realizzare per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Risale allo scorso 14 dicembre, l’ultima presenza in laguna di Mauro Della Giovampaola, coordinatore dell’Unità di missione. Quel giorno la commissione collaudi, presieduta da Salvo Nastasi, nominata dall’Unità e dal ministero, composta da tre persone, era stata al Lido per un sopralluogo al Palazzo del cinema.



Una verifica, come da prassi, per fare il punto della situazione. I commissari si erano soffermati, in particolar modo, sul problema dell’amianto rinvenuto durante gli scavi. Terminati i lavori, poi, la commissione, a cui si è aggiunta la componente veneziana (una decina di persone in tutto), aveva pranzato all’Harry’s bar, il locale di Arrigo Cipriani, esercizio non proprio alla portata di tutte le tasche. Alla fine a pagare il conto salato era stato il Ministero che, per i componenti della commissione, assicura il pagamento di tutte le spese sostenute (viaggi, vitto e alloggio).



«Ricordo che la commissione collaudi aveva questo pranzo – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Mara Rumiz – alla quale ero stata invitata anch’io a raggiungerli, ma alla fine avevo altro da fare e non ci sono andata. È più che normale, che una commissione o un gruppo di lavoro, soprattutto se viene da fuori, finiti i suoi lavori, si fermi in città a mangiare. Non c’è nulla di strano».



L’assessore Rumiz si ferma poi ad analizzare la situazione del Palacinema: «Mi auguro che non vi siano ritardi sul Palazzo del cinema del Lido. Non solo è l’opera più avanti di tutte, tra quelle per l’Unità d’Italia, ma il responsabile del procedimento è un veneto, il direttore dei lavori l’ingegnere capo del Comune, e il commissario già da tempo aveva in mente di rafforzare la sua struttura e i poteri in ambito locale».



(ha collaborato Lorenzo Mayer)
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