Medicina, stop al test d’ingresso. E la Puglia spera in un aumento di posti. La situazione

Anche l’Italia verso il modello francese: un semestre “di prova” per poi procedere con la selezione. Bernini annuncia: «Più posti» Da Bari a Lecce, gli atenei puntano ad arrivare a 900 iscritti

Medicina, stop al test d’ingresso. E la Puglia spera in un aumento di posti. La situazione
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 26 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 15:27

Erano quasi tutti scontenti del test d’ingresso per accedere a Medicina. Sembrano quasi tutti scontenti anche oggi, che il test è stato abolito (dal Senato, almeno). L’Ordine dei Medici ha già annunciato battaglia e i sindacati studenteschi si dicono “insoddisfatti”. Il modello francese, ma all’italiana, sembra non piacere, per quanto abbia il sapore di una rivoluzione attesa almeno vent’anni. Da quando, cioè, si parla dell’abolizione del numero chiuso per Medicina. In realtà il numero chiuso - almeno per ora - non si tocca, ma verrà eliminato (dal 2025, probabilmente) il test d’ingresso. Quel criterio, per cui, una prova d’accesso - adesso sono diventate due – vale una buona fetta di carriera di uno studente. Si passa, quindi, al modello francese: un semestre aperto a tutti e poi, in base a un sistema che sarà definito dal Ministero dell’Università con appositi decreti attuativi, una scrematura, aumentando però in modo consistente la platea di studenti di Medicina. Anna Maria Bernini ha detto che al Mur sono consapevoli di poter «formare almeno 30mila futuri nuovi medici nei prossimi anni». Ora i posti sono 20mila.

La riforma

La riforma è realtà.

Le università guardano con favore all’idea del Mur, per quanto sembra già delinearsi all’orizzonte un problema di spazi. Vale a dire: gli atenei come saranno in grado di accogliere le decine di migliaia di studenti che si iscriveranno al primo semestre? Il documento spiega: «Nel rispetto di standard innovativi relativi alla qualità della formazione», vanno individuate «le modalità per consentire l'allineamento del contingente di posti dei corsi di laurea con i posti disponibili per l'accesso ai corsi di formazione post lauream». E poi va introdotto anche un sistema di monitoraggio dei fabbisogni del personale del servizio sanitario nazionale, in collaborazione con il ministero della Salute (un tavolo tecnico fu già sperimentato un anno fa).

Critici i sindacati dei medici, che parlano della possibilità di avere migliaia di disoccupati quando si vedranno gli effetti della riforma, e cioè tra almeno dieci anni. Critici, però, anche gli studenti, per quanto soddisfatti dall’eliminazione del test. «È un primo passo, ma siamo delusi dalle modalità scelte. La delega al Governo - commenta Federico Amalfa, responsabile numero chiuso dell'Unione degli Universitari - non chiarisce quali saranno gli investimenti in infrastrutture, didattica e diritto allo studio per consentire il superamento della programmazione degli accessi. Da quanto apprendiamo, non si tratterà di una vera e propria abolizione del numero chiuso, ma di una riforma parziale. Infatti, non sono stati modificati i criteri per l'istituzione dei numeri programmati locali e verrà comunque mantenuto un filtro agli accessi, solo che sarà differito rispetto all'immatricolazione».

Il test

A proposito di test, il 28 maggio è previsto il primo (sono due sessioni) del 2024. Leggero calo degli iscritti un po’ in tutta Italia: un anno fa furono circa 70mila, tra un mese invece ci proveranno in 61mila. E il trend è visibile anche in Puglia: Unisalento fa sapere di 1.300 iscritti (erano 1.700 nel 2023). Ma c’è un’altra partita che si giocherà da qui ai prossimi tre mesi. Il ministro Bernini ha già annunciato che aumenteranno ancora i posti per gli studenti di Medicina, già dal prossimo settembre. E anche le pugliesi vogliono dividersi la nuova fetta di torta. Se al momento i posti in Puglia sono 844 (senza contare, però, il corso in inglese dell’Università di Bari e i posti per cittadini residenti in paesi extra Unione Europea), è facile pensare che si potrebbe toccare quota 900. Sarebbe il completamento di un percorso che ha visto la Puglia grande protagonista negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2014/15 le immatricolazioni in Medicina erano 312, tra Bari e Foggia. Nel frattempo Medicina è arrivata in Università del Salento (il prossimo sarà il terzo anno) e nell’offerta formativa della Lum di Casamassina. E l’Università di Bari, ormai da qualche anno, ha aperto un corso a Taranto, che dovrebbe diventare autonomo. Adesso si attende un altro balzo in avanti, al di là di quali saranno, dall’anno prossimo, le modalità d’ingresso.

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